Onorevoli Colleghe, onorevoli Colleghi! - L'8 settembre 1943 rappresenta una data fatidica per l'Italia. La data dell'annuncio dell'armistizio con gli Alleati e della fine dell'alleanza militare con la Germania, ma anche la data della dissoluzione dell'esercito italiano e della cattura di centinaia di migliaia di militari, a causa della mancanza di precise disposizioni da parte dei comandi militari. La data dei primi episodi di Resistenza contro i tedeschi (a Roma, a Cefalonia, a Corfù, in Corsica, nell'isola di Lero), ma anche la data della frettolosa fuga del Re e dei membri del Governo Badoglio a Brindisi (senza un piano di emergenza e senza disposizioni ai militari), che però servì ad assicurare la continuità dello Stato italiano nelle regioni liberate del sud. Alcuni, a proposito dell'8 settembre, hanno parlato di «Morte della Patria», altri, invece, come il Presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi, hanno replicato che quel giorno è morta una certa idea di Patria, quella fascista, e ne è nata un'altra, quella democratica.
      Per queste ragioni, penso che la data dell'8 settembre possa assumere la denominazione di «Giornata della rinascita della Patria». A tale fine andranno promosse tutte le iniziative e le manifestazioni di carattere culturale, in particolare pedagogico-didattiche, storico-testimoniale, storico-rievocativo, con il coinvolgimento di amministratori locali, università e scuole, categorie socio-economiche-finanziarie per avvicinare le generazioni alla conoscenza dell'inizio del secondo risorgimento italiano.

 

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